Bosco Verticale: il riscatto dell’Architettura italiana

Enrico Evangelisti on 22/05/2015

Due torri di diciannove e ventisette piani, centotredici residenze e oltre mille esemplari delle più differenti specie, tra alberi, piccoli cespugli e piante da fiore, che rivestono come una seconda pelle le terrazze di Bosco Verticale, costituendo il corrispettivo di ventimila metri quadri di bosco e sottobosco densificati in altezza. Un’emozionante mutevolezza stagionale di colori ed essenze, gradevole agli occhi e utile per l’ecosistema. Un modello di architettura residenziale sostenibile, “il primo esempio di una torre che arricchisce di biodiversità vegetale e faunistica la città che lo accoglie”, un progetto apripista nella ricerca di una rinnovata simbiosi tra architettura e natura e di un approccio d’avanguardia in termini di sostenibilità ed integrazione.

Queste le principali motivazioni che hanno portato il progetto di  ad aggiudicarsi l’International Highrise Award 2014, distinguendosi tra circa ottocento progetti di grattacieli realizzati in tutto il mondo negli ultimi due anni. Tra i cinque progetti finalisti, oltre al Bosco Verticale, il De Rotterdam disegnato da Rem Koolhas, One Central Park di Sidney e Reinaissance Barcelona Fiera Hotel progettati da Jean Nouvel e il complesso cinese Sliced Porosity Block di Chengdu disegnato da Steven Holl.

Il progetto si inserisce all’interno del piano di riqualificazione dello storico quartiere Isola di Milano – il Progetto Porta Nuova – completato nel primo quadrimestre del 2012 e, dopo un periodo di blocco dei lavori, inaugurato ad ottobre 2014.

Grande la soddisfazione di Boeri, che ha inteso il premio come un riconoscimento all’innovazione nell’ambito dell’architettura e un invito a pensarla come anticipazione del futuro, non solo come affermazione di uno stile o di un linguaggio.


Arch. Antonella Chiacchio

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