La doccia, come sceglierla

Enrico Evangelisti on 21/08/2017

La doccia è composta da tre elementi che vanno coordinati: piatto doccia, box e soffione.

Per ottenere sempre il massimo risultato si deve partire dallo spazio disponibile.

La doccia va scelta tenendo conto dell’ampiezza del bagno e delle esigenze personali. La prima cosa da valutare è il piatto, perché è vincolato allo spazio. Poi si passa al box doccia, che segue la forma del piatto e la cui apertura dipende dai centimetri liberi davanti e ai lati. Infine tocca al soffione, a parete o a soffitto secondo le dimensioni della doccia.

La scelta del piatto doccia

Il piatto doccia non è mai un problema. Bisogna decidere prima il posto della doccia nel bagno, verificare quale sagoma deve avere (quadrata, rettangolare, rotonda, angolare a semicerchio o pentagonale) e calcolare l’ingombro a terra, tenendo conto che per casi difficili o spazi irregolari si può ricorrere a modelli in acrilico che si tagliano a misura, anche direttamente in opera. Diverse anche le altezze: si consideri che quanto più il bordo è ridotto, tanto più ampio è il foro di scarico, per garantire il rapido deflusso dell’acqua. Sono tre le tipologie di installazione di un piatto doccia, cui corrispondono altrettanti versioni di modelli. Solo alcuni di questi possono essere posati indifferentemente in uno o nell’altro modo.

  • Da appoggio: è quello tradizionale; rialzato rispetto alla quota di terra, forma una sorta di gradino per poi riabbassarsi all’interno.
  • A incasso: parzialmente inserito nel massetto, questo tipo di piatto ha un bordo molto sottile ma non impercettibile.
  • A filo pavimento: il risultato è un piatto la cui superficie è continua con quella del pavimento ed è allo stesso livello.

Quale box doccia installare

Per il box doccia, a una o più ante, le modalità di apertura sono: a battente (verso l’esterno per sicurezza), scorrevole oppure a libro. L’accesso è comodo in tutti i casi, ma va detto che le ante a libro riducono leggermente il passaggio perché si raccolgono lateralmente. In ogni caso servono misure esatte. Quando hai necessità di acquistare un nuovo box doccia entrano in gioco molteplici fattori che influiranno sulla decisione finale, oggi infatti il mercato ci mette a disposizione svariati modelli. Le prime considerazioni da fare riguardano 4 aspetti vitali per una cabina doccia, mi riferisco a valutazioni:

  • Estetiche
  • Tecniche
  • Sulla struttura
  • Sulla manutenzione

Anche il gusto personale vuole la sua parte.  Allo stesso tempo devi tener conto delle misure e della zona specifica in cui hai deciso di installare la doccia: la questione cambia aspetto se si tratta di una nicchia, se hai scelto di sostituire la vasca con una doccia oppure se vuoi sfruttare soltanto un angolo del bagno. Le misure esatte sono essenziali: se non sei sicuro affidati a uno specialista per i rilievi.

In seguito dovrai valutare se vuoi avere un box doccia con battenti, scorrevole oppure il discreto walk-in, e a seconda delle tue preferenze stabilire i materiali per la cabina doccia: acrilico o cristallo temperato (oggi obbligatorio per legge).

Infine, non puoi trascurare valutazioni relative al modello e ai materiali scelti, per sapere precisamente a cosa si va incontro nella fase di montaggio e di successiva pulizia o manutenzione ordinaria.

Scopriamo quali sono i modelli più gettonati e le diverse caratteristiche per ognuno di essi, distinguendoli in varie categorie come:

  • A soffietto
  • A scorrimento
  • Con porte battenti
  • Stile saloon
  • Walk in
  • Tre lati

Il box doccia a soffietto è un classico che può essere sfruttato per le docce a nicchia, ovvero quelle che presentano tre pareti in muratura, necessita soltanto di una chiusura anteriore che consenta l’accesso o l’uscita dalla doccia

Tra i modelli più amati c’è sicuramente il box doccia scorrevole. La sua struttura semplice e pratica fa risparmiare spazio grazie a un’apertura che è perfetta in quelle situazioni dove la doccia viene posizionata vicino a sanitari o mobili bagno e ogni centimetro diventa prezioso.

La struttura del box doccia a scorrimento è realizzata tramite binari sui quali scorrono degli appositi carrellini o delle specifiche rotaie.

Vi sono poi le cabine doccia classiche composte da porte battenti: hai presente il tradizionale funzionamento di una porta? Lo stesso meccanismo viene trasferito alle ante del box doccia, costituite da pannelli con maniglia per aprire il box, e cerniere sulle quali agiscono le porte.

Una variante di questo tipo di box doccia è quello con le porte stile saloon, ovvero con delle ante con apertura interna o esterna, proprio come gli ingressi ai bar del vecchio west.

Non tutti amano l’ambiente chiuso dei box doccia, ma anche nel caso in cui ci siano difficoltà di accesso alla doccia si può optare per il “walk in”, ovvero una particolare protezione per la doccia che è caratterizzata soltanto da uno o più pannelli, a seconda del tipo di doccia

La soluzione è una doccia angolare, ricavata da un angolo del bagno e la cui area è compresa tra due pareti di casa? Anche in questo caso è necessario tenere d’occhio il piatto doccia: è quadrato, rettangolare oppure stondato?

Nel primo e nel secondo caso basterà aggiungere una cabina doccia che andrà a integrare le due pareti già presenti, offrendo una tolleranza di regolazione adattabile sia a una doccia quadrata che rettangolare

Se, invece, il piatto doccia è stondato – con due lati e un semicerchio che li congiunge – allora devi valutare i box doccia semicircolari stondati.

Oggi il

materiale più usato per la realizzazione delle cabine doccia (pannelli doccia) è il cristallo temperato.

Alcuni anni fa, specie nell’acquisto di box doccia a costi contenuti e per il cosiddetto “secondo bagno”, veniva caldeggiata la scelta delle ante in acrilico.

I non addetti ai lavori erano quindi portati erroneamente a credere che i pannelli doccia in acrilico fossero i più sicuri in caso di rotture o scheggiature.

In realtà, e per fortuna, oggi si tende a non proporre più così di frequente questo materiale, per diverse ragioni.

Innanzitutto per motivi di sicurezza: in caso il pannello in acrilico riceva un urto tale da rompersi, esso di spezza ma senza sbriciolarsi. Cioè esso si rompe in scaglie taglienti e appuntite, con un grande pericolo per chi sta utilizzando il box.

Da un punto di vista igienico poi i materiali plastici tendono a far aderire lo sporco ed il calcare, rendendo di difficile pulizia una zona del bagno che invece dovrebbe essere di semplice manutenzione.

Dal punto di vista estetico infine le ante in acrilico tendono ad ingiallirsi con la luce e a incurvarsi con il passare del tempo. Condizioni che non si accettano più nemmeno nei box doccia di servizio

Box doccia in vetro? No, in cristallo temperato

Il cristallo temperato utilizzato per la produzione dei box doccia è detto anche “vetro di sicurezza” in quanto è un materiale trattato in modo da non essere pericoloso in caso di rottura. Se infatti accidentalmente urtiamo in modo deciso il nostro box doccia in cristallo e ne provochiamo la rottura, esso si frantuma creando una infinità di briciole, proprio come fanno i vetri delle automobili. Queste schegge non sono appuntite e non creano alcun pericolo anche se per esempio un bambino le calpesta.

Per questo la prima caratteristica da richiedere nell’acquisto di una cabina doccia in cristallo è che sia temperato.

 

Asta con doccetta o soffione fisso

Le tipologie principali sono: la doccetta con tubo flessibile, la più classica; si aggancia a parete con l’ausilio dell’asta ed è collegata al miscelatore. Il soffione invece è un elemento singolo e fisso che si applica a parete o a soffitto a seconda del modello. Talvolta quelli del secondo tipo necessitano di un controsoffitto, perché occorre un vano tecnico dove alloggiare le componenti. La maggior parte può funzionare con una pressione dell’acqua variabile da 0,5 a 5 bar. Esistono a 1 getto (a pioggia), a 2 getti (in più c’è quello a cascata) e a 3 getti (si aggiungono quelli rotanti). Ormai, quasi tutti i soffioni e le doccette sono caratterizzati da un rivestimento in silicone degli ugelli che semplifica la rimozione del calcare accumulato; e spesso i singoli ugelli sono alimentati in modo indipendente l’uno dall’altro per garantire un flusso uniforme.

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